Tuesday, October 29, 2013

ELEZIONI MUNICIPALI A MONTREAL



Il 3 novembre Montréal sceglie il suo sindaco

La campagna elettorale è agli sgoccioli: domenica 3 novembre, 1.093.464 elettori, dalle ore 10 alle ore 20, saranno chiamati a scegliere il Sindaco della metropoli quebecchese (oggi è Laurent Blanchard, subentrato a Michael Applebaum, che a sua volta aveva preso il posto di Gérald Tremblay) e a rinnovare il Consiglio comunale, che è formato da 65 membri: ovvero il Primo Cittadino, 18 Sindaci di arrondissement e 46 consiglieri di città. A questi vanno aggiunti i 38 consiglieri d’arrondissement. In totale, gli eletti saranno 103 per un mandato di 4 anni. Nel 2009 Gérald Tremblay riuscì ad imporsi con il 37.9% delle preferenze (159.020 voti) conquistando per la terza volta consecutiva la poltrona di Sindaco. Il tasso di partecipazione è stato del 39,4%, un risultato migliore rispetto al 35% del 2005, ma ancora insufficiente rispetto alla stessa media del Québec. Una vittoria risicata, quella di Tremblay, rispetto al 53% incassato nel 2005. Alle sue spalle Louise Harel, di Vision Montréal, al 32,73 % (137.301), Richard Bergeron, di Projet Montréal, al 25,45 % (106.768). Per un Consiglio comunale così formato: 39 seggi per Union Montréal, 16 per Vision Montréal e 10 per Projet Montréal. Alle prossime elezioni, saranno in 481 (181 donne e 300 uomini) a contendersi i 103 posti del Consiglio comunale: 132 in più del 2009, che era già stato un anno-record. A contendersi la poltrona di Sindaco sono addirittura in 12 (rispetto ai 6 del 2009). Oltre agli indipendenti Michel Brulé, Louai Hamida, Patricia Tulasne, Joseph Young, Claude Blais, Paunel Paterne Matondot, Kofi Sonokpon e Clèment Sauriol, spiccano 4 candidati sostenuti da altrettanti partiti più o meno già strutturati e organizzati sul territorio: Richard Bergeron, Marcel Coté, Denis Coderre e Mélanie Joly. Tra i punti in comune:  trasparenza, integrità ed etica nell’amministrazione; il miglioramento del trasporto pubblico e ricerca di soluzioni per trattenere le famiglie a Montréal.

Richard Bergeron, 58 anni, è di Alma (Lac- Saint-Jean). Per 5 anni fa il tassista per pagarsi gli studi, poi diventa urbanista e architetto. È esperto di gestione dei servizi e cooperazione internazionale. Professore universitario, è autore di diverse pubblicazioni come “L’anti-développement : le prix du libéralisme” (1991), “Le livre noir de l’automobile” (1999), “L’économie de l’automobile au Québec” (2003) e “Les Québécois au volant, c’est mortel” (2005). Nel 2004 fonda Project Montréal insieme a Claude Meinville per uno sviluppo sostenibile della città e nel 2009 ottiene il 25.6% dei consensi. Oggi è consigliere di città, eletto nell’arrondissement di Plateau-Mont-Royal, distretto Jeanne-Mance. Sotto lo slogan “Integrità, competenza e audacia”, punta al potenziamento del trasporto pubblico e al rinnovamento dei quartieri, per renderli più verdi e “più a misura d’uomo”. Più nel dettaglio: uno sviluppo urbano sostenibile grazie a servizi di assistenza domiciliare più efficienti, un’economia prospera e duratura, puntando sulla crescita delle periferie, una vitalità culturale esemplare ed una democrazia rinnovata e trasparente attraverso il coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale

Marcel Coté, 69 anni, è di Malartic, è una ‘new entry’ sulla scena comunale: economista, specializzato in sviluppo regionale e tecnologico, insegna all'Université de Sherbrooke e all'Université de Montréal. Nal 1975 fonda ‘Secor’, che dirige per oltre 30 anni. Negli anni ’80 collabora con due Primi Ministri: è consulente economico di Robert Bourassa (1986-1988) e poi direttore delle comunicazioni di Brian Mulroney (1989-1990). Entra nei consigli di amministrazione di diverse compagnie (come Osisko Mining, Empire Company, ING Bank of Canada, Intact Financial, l’Istituto di ricerca in politiche pubbliche), oltre che di numerose organizzazioni culturali e comunitarie (come YMCA Montréal, la Fondazione della Grande Montréal e l’Orchestra sinfonica di Montréal). Scrive diversi libri, tra cui: ‘Growing the Next Silicon Valley,’ (1986), ‘By Way of Advice: Growth Strategies for the Market Driven World’, (1991), ‘Le Rêve d'une terre promise’ (2004) e ‘Innovation Reinvented’ (2012). Suo il premio ‘Arti-Affari’ di Montréal della Camera di Commercio di Montréal metropolitana.  A luglio fonda ‘Coalition Montréal’ insieme a Louise Harel e a Marvin Rotrand. Con lo slogan ‘È il momento di agire’, il suo programma, fondato su 100 azioni e 20 impegni, mira ad una “riforma profonda” del Comune e ad una nuova “rivoluzione tranquilla”. Tra i provvedimenti promessi: un commissario all’etica per ristabilire la fiducia e l’orgoglio tra i cittadini; più verde, scuole di qualità, trasporto pubblico efficiente e lotta alla povertà per quartieri a misura di famiglia; più peso all’industria del sapere per fare della cultura il volano della crescita economica.

Denis Coderre, 50 anni, di Joliette, è laureato in Scienze Politiche all’Université de Montréal e specializzato in Amministrazione all’Université d’Ottawa. Sin da giovane si è distinto per il suo impegno civico nel quartiere di Montréal-Nord e nella contea di Bourassa diventando membro, tra gli altri organismi, della Società di Storia e di Genealogia e dell’Associazione liberale. Coderre punta molto sulla sua popolarità e visibilità: con i suoi 112 mila followers su Twitter, l’ex deputato liberale a Ottawa è il candidato che vanta il ‘pedigree’ politico più prestigioso. Eletto nella contea di Bourassa per 16 anni, dal 1997 al 2013, ha occupato anche la prestigiosa carica di Ministro dell’Immigrazione (dal 2002 al 2004). Tra gli altri incarichi: segretario di stato allo sport amatoriale, presidente del Consiglio privato della Regina, interlocutore federale per i Meticci e gli Indiani non iscritti, responsabile della Francofonia e dell’Ufficio canadese sul regolamento delle questioni dei pensionati autoctoni, consigliere speciale del Primo Ministro per Haiti. Il16 maggio scorso la discesa in campo con ‘Equipe Coderre’. Con il motto ‘Priorità al cittadino’, la priorità per Coderre è ripristinare la fiducia dei montrealesi verso l’amministrazione pubblica mettendo al bando facili illusioni e fragili populismi. Questi i punti salienti del suo programma: fare di Montréal una città mobile, potenziando il trasporto collettivo; creare la figura di un ispettore generale indipendente per combattere la corruzione e la collusione; valorizzare il patrimonio culturale cosmopolita; facilitare l’acquisto della casa, soprattutto da parte dei giovani; rendere internet accessibile a tutti, sostenere le piccole e medie imprese.

Mélanie Joly è una brillante avvocatessa di 34 anni: con una laurea in legge all’Università di Oxford, lavora presso gli studi legali di Stikeman Elliott e Davies Ward Phillips&Vineberg, prima di dedicarsi alle relazioni pubbliche nella società di comunicazione Cohn&Wolfe. Nel 2008 co-fonda il movimento “Generazione d’idee”, che tratta tematiche care ai giovani dai 20 ai 35 anni, e “M-19”, contenitore di idee sul futuro di Montréal. Il suo slogan è tutto un programma: “Il vero cambiamento per Montréal”. Fa parte di diversi consigli di amministrazione, come la Fondazione del CHUM, il Museo di Arte contemporanea e il Festival Bach di Montréal. Nel 2009 è la prima donna quebecchese a ricevere il premio ‘Arnold Edinborough’ per l’impegno filantropico dimostrato nell’ambito della cultura canadese. Mélanie non trascura l’impegno comunitario aderendo all’Associazione del villaggio Shaughnessy per migliorare la qualità della vita nell’ovest e nel centro della città. Nel 2008 il magazine ‘ELLE’ la ‘incorona’ “donna dell’anno”, mentre l’anno successivo ‘Le journal Les Affaires’ la descrive come una delle “15 donne che faranno crescere il Québec”. La Joly mira a modernizzare l’amministrazione municipale e a rispondere ai bisogni dei cittadini con un gruppo di candidati ambiziosi, realisti e innovativi, che si sono impegnati a realizzare 10 progetti: 130 km di corsie preferenziali per autobus, dati trasparenti e accessibili, 30 mila famiglie che restano in città agevolandone l’acquisto della casa, contratti municipali fondati su qualità e onestà, spazi pubblici dedicati all’arte, responsabilizzare i cittadini di una società multiculturale, lotta contro l’esclusione sociale, semplificare la burocrazia per le imprese, tutelare i commecianti e abbellire la città con più verde.

L’Impact ai Playoff



La squadra montrealese accede alla fase finale della MLS come quinta in classifica. Dopo la sconfitta per 1-0 a Toronto e alla luce delle contemporanee vittorie di Dynamo e New-England Revolution, a salvare l’Impact è New York che batte 5-2 Chicago. Giovedì la partita ad eliminazione diretta a Houston. In caso di passaggio del turno, allo Stadio Saputo arrivano i Red Bulls

Montréal – I ragazzi ce l’hanno fatta, per il rotto della cuffia, ma hanno centrato l’obiettivo stagionale: al secondo anno di Major League Soccer (MLS), dopo una stagione cominciata a razzo, ma finita con il fiatone ed il freno a mano tirato, l’Impact di Montréal parteciperà ai Playoff dopo aver terminato il campionato regolare al quinto posto dell’Associazione dell’Est con 49 punti, 14 vittorie, 7 pareggi e 13 sconfitte. Ma non è stata una qualificazione agevole: Montréal deve ringraziare i New York Red Bulls, bravi a battere 5-2 il Fire di Chicago assicurandosi così il trofeo ‘Supporters’ Shield’ come migliore squadra delle due Associazioni. La squadra di Marco Schällibaum, invece, ha fatto di tutto per darsi la zappa sui piedi complicandosi dannatamente la vita fino a sfiorare una dolorosa eliminazione. Cronostoria di un weekend al cardiopalma ma a lieto fine. Sabato l’Impact perde 1-0 (gol di Jonathan Osorio al ’16) in trasferta contro il Toronto, la squadra resta terza ma tutto dipende da 3 partite che si giocano domenica. Le cose si mettono male dopo che lo Dynamo Houston batte 2-1 il D.C. e il New-England Revolution piega 1-0 il Columbus Crew: Boston sale al terzo posto proprio davanti a Houston, che chiude quarto. Montréal è sempre più in bilico. Serve una vittoria dei New York Red Bulls contro il Chicago Fire per esorcizzare l’eliminazione. Gli ospiti vanno addirittura in vantaggio, gettando nello sconforto i tifosi montrealesi, ma il ritorno newyorkese è energico e prepotente: Thierry Henry e compagni ‘asfaltano’ gli avversari per 5-2 (reti di Thierry Henry, Ibrahim Sekagya, Lloyd Sam, Eric Alexander e Jonathan Steele) chiudendo la stagione primi in classifica a 59 punti. Una sconfitta che significa qualificazione per l’Impact, in virtù del maggior numero di gol segnati: 50 contro 47. Per quanto riguarda il capocannoniere, Di Vaio ha chiuso secondo con 20 gol all’attivo. La ‘Scarpa d’oro’ andrà a Micke Magee del Chicago Fire, che a New York ha segnato la rete numero 21. L’Impact, dunque, è l’unica squadra canadese ad accedere ai Playoff, visto che Toronto si è fermato al nono posto nell’Associazione dell’Est, mentre Vancouver ha chiuso settimo in quella dell’Ovest. C’è poco da festeggiare, però: la quinta posizione, infatti, costringerà gli uomini di Marco Schallibaum ai lavori forzati visto che già giovedì 31 ottobre, alle ore 20, Di Vaio e compagni si giocheranno l’accesso alla semifinale affrontando in trasferta lo Houston Dynamo in una partita secca, ad eliminazione diretta. In caso di passaggio del turno, l’Impact affronterà i New York Red Bulls domenica 3 novembre alle 15.30 allo ‘Stadio Saputo’. “Ora bisogna lavorare forte e scacciare la pressione che ci ha bloccati a Toronto: ci aspetta una nuova stagione”, ha dichiarato il vice allenatore Mauro Biello. L’Impact ha battuto già due volte la Dynamo quest’anno tra le mura amiche (2-0 e 5-0), ma ha perso in Texas (0-1). E, proprio in America, l’Impact si giocherà la stagione. Ma ci vuole l’Impact spavaldo, spensierato e tenace di inizio stagione, non quello rinunciatario e molle delle ultime settimane: se la squadra recupera le energie e torna a credere in se stessa, può scrivere un’altra pagina della storia di un club giovane, ma ambizioso e vincente.