Wednesday, November 5, 2014

MLS - Impact, l’addio amaro di Ferrari: “Ma non smetto”


Nessun rinnovo per il 2015: il difensore italiano scaricato dalla squadra quebecchese


Montréal - Nel calcio, come nella vita, la riconoscenza è il sentimento della vigilia. Matteo Ferrari non fa più parte dei progetti futuri dell’Impact di Montréal: la società quebecchese, infatti, ha deciso di non esercitare l’opzione contrattuale che il giocatore vantava per la stagione 2015. Una scelta legittima, anche se discutibile. Quello che stona, però, è il modo in cui Ferrari è stato congedato: dopo 3 stagioni, l’Impact lo ha scaricato con un comunicato, datato venerdì 31 ottobre, fin troppo scarno. E la notizia gli è stata comunicata in tutta fretta, nel corso di un colloquio durato non più di 10 minuti. L’ex difensore azzurro avrebbe meritato ben altro trattamento: una maggiore considerazione sarebbe stato d’obbligo. Tre anni non si cancellano in pochi minuti e con due righe. Un epilogo triste, dunque, che ha deluso nel profondo Matteo Ferrari, un professionista classe 1979, che nella sua lunga carriera ha militato in squadre come Inter, Genoa, Parma, Roma e Besiktas, oltre ad aver collezionato 11 presenze in Nazionale. E così è stato lo stesso Ferrari a prendere l’iniziativa convocando una conferenza stampa, domenica scorsa, per spiegare le sue ragioni. E per ringraziare tutti quei tifosi che, soprattutto su Twitter, hanno manifestato tutta la loro contrarietà per la scelta operata dal direttore tecnico, nonché allenatore, Frank Klopas. “Mi sono sentito in dovere di ringraziare pubblicamente i tifosi che mi hanno sempre rispettato e voluto bene, accogliendomi come un figlio e trattandomi con i guanti”, ha detto Ferrari ai microfoni di Gianni Cristiano di Radio CFMB. “Tre anni sono tanti, mi sento parte di questa squadra e credo di aver fatto un po’ di storia, anche se tra alti e bassi. Sono sempre sceso in campo con grande spirito di attaccamento alla maglia. Non è un addio facile, ma non posso colpevolizzare chi ha deciso di non riscattare la mia opzione: 3 mesi fa sono stato il primo ad avere qualche dubbio sul mio futuro perché le cose non andavano come avrei voluto ed ho cominciato ad informarmi chiedendo di essere ceduto ad una squadra che lottava per i playoff. L’allenatore, però, mi ha detto che ero troppo importante per il gruppo e così, pur sapendo che il mio ciclo a Montréal fosse finito, ho accettato di restare con grande professionalità”. Una stagione travagliata, quella appena conclusa, con la squadra che ha chiuso il campionato all’ultimo psoto. "Problemi di leadership? Non credo. Ho visto grande attaccamento ed esempio da parte dei più anziani della squadra. Non credo sia stata la causa principale del tracollo: abbiamo iniziato male e cambiare tanti giocatori a stagione iniziata non è servito". Matteo, però, non si sente ancora pronto per attaccare gli scarpini al chiodo: "Fisicamente penso di poter giocare ancora. Non so cosa sarà domani e non ho fretta. Se ci sarà una bella situazione con una squadra che lotta per vincere sarà bello farne parte, ma non posso entrare in un progetto di lungo termine, vista la mia età. Montreal rimarrà nel mio cuore: ho tanti amici qui e spero di essere sempre il benvenuto". Una cosa è certa; l’Impact di oggi parla sempre meno italiano: dopo Corradi, Pisanu, Paponi, Ferrari e Di Vaio, l’anno prossimo potrebbe essere ingaggiato il solo Marco Donadel. Di sicuro sarà necessaria una campagna acquisti di un certo livello per riconquistare i tifosi e smentire i media, che hanno interpretato l’acquisto da parte di Joey Saputo del Bologna FC come un segnale di forte disimpegno.

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