Tuesday, April 29, 2014

MLS: primi 3 punti per l’Impact di Montréal



  


Dopo la sonora sconfitta per 4-0 contro lo Sporting di Kansas City, l’Impact torna allo stadio Saputo e porta a casa i primi 3 punti della stagione: è bastato un gol del brasiliano Felipe Martins per piegare il Philadelphia Union nell’ottava giornata di campionato, andata in scena sabato scorso sotto un cielo grigio e piovoso (che ha tenuto lontano dagli spalti molti tifosi). Una partita che ha visto per la prima volta all’opera contro le rispettive ex squadre Andrew Wenger e Jack McInerney. Non è stata una partita spettacolare, ma la priorità era smuovere la classifica: gli uomini di Klopas ci sono riusciti staccandosi dal trio-fanalino di coda formato da San Jose Earthquakes, Portland Timbers e Chicago Fire. “Può essere la svolta psicologica della stagione - ha ammesso lo stesso allenatore a fine gara - se sapremo essere costanti e bravi ad inanellare una sequenza di successi”. Se lo augura la curva, che durante la partita ha preso di mira il team manager Nick De Santis (accusato di non aver portato a termine nessun colpo di mercato) con uno striscione eloquente: “3 anni, 3 allenatori, 1 De Santis”. Contro gli americani, l’approccio è quello giusto: l’Impact alza subito i ritmi e al 15’ trova il vantaggio con Felipe: tiro da fuori di Bernier e il brasiliano ribadisce in rete sulla respinta, non impeccabile, dell’estremo difensore ospite Macmath. La squadra di casa preferisce controllare la gara e respingere gli attacchi degli avversari, neutralizzati, però, soprattutto dal n. 1 Perkins, decisivo prima su Wenger e poi su Cruz. La musica non cambia nella ripresa: l’Impact si difende e poi riparte in contropiede. Gli americani non mollano ma, complice anche un po’ di stanchezza, si moltiplicano gli spazi per i padroni di casa, che sfiorano il raddoppio a più riprese con Di Vaio (fermato per un fuorigioco inesistente), Mapp e Tissot. Il triplice fischio finale manda tutti sotto la doccia. Soddisfatto Klopas: “Questa vittoria ha un grande valore per il morale della squadra: possiamo allenarci forte e parlare di tattica, ma poi è fondamentale vincere sul campo”. “Era importante fare risultato dopo un inizio di campionato difficile”, ha detto Di Vaio, che poi ha aggiunto:  “Non ero al massimo, ma non ho voluto lasciare la squadra in un momento un po’ delicato. Non basta una vittoria – ha poi avvertito -: bisogna continuare a lavorare per evitare degli errori che abbiamo commesso anche oggi. Ma lo spirito di squadra è quello giusto”. “Dietro abbiamo concesso poco -  ha sottolineato Ferrari – e sono molto contento perché non abbiamo subito gol: abbiamo anche sofferto, ma oggi contava solo la vittoria”. La prossima partita di campionato si gioca sabato 10 maggio, alle ore 16, di nuovo contro lo Sporting Kansas City. Prima però, il 7 maggio, spazio alla prima gara dell’Amway Canadian Championship. (V.G.)

                 

Opera di Montréal: l’Italia in scena con il “Nabucco” e “Il Barbiere di Siviglia”



Montréal - L’Opera di Montréal, sotto la direzione generale di Pierre Dufour, ha svelato nei giorni scorsi la programmazione della sua 35ª stagione (2014-2015) ideata dal direttore artistico Michel Beaulac. Con l’Italia che si conferma assoluta protagonista, grazie alla messa in scena di capolavori come il “Nabucco” e “Il Barbiere di Siviglia”. Ad aprire la nuova stagione operistica sarà proprio il “Nabucco” di Giuseppe Verdi, che andrà in scena per la ‘prima’ il 20 settembre, alle 19.30, nella Sala Wilfrid-Pelletier, con repliche il 23, 25 e 27, stesso orario e stessa sala. Dirige il maestro Francesco Maria Colombo, regia di Thaddeus Strassberger. “Nabucco”, originariamente “Nabuccodonosor” - terza opera di Verdi, composta su libretto di Temistocle Solera e al debutto al Teatro alla Scala di Milano il 9 marzo 1842 - è un affresco di un periodo storico del popolo ebraico che illustra la condizione di schiavitù in terra babilonese. Questo affresco si snoda su una doppia storia d’amore e gelosia tra le figlie del re Fenena ed Abigaile con l’ebreo Ismaele. Sullo sfondo il contrasto fra la fede nell’unico Dio degli ebrei e la divinità pagana di Belo; la dimostrazione di forza del primo con un fulmine e con le conversioni di Nabucco e della figlia, per finire poi con la vittoria del bene sul male attraverso il suicidio dell’usurpatrice. Nell’Opera figura il famoso Inno “Va’ Pensiero”, il canto di dolore del popolo ebraico, deportato in Babilonia e ridotto in schiavitù. Seguirà “Il Barbiere di Siviglia”, che andrà in scena per la ‘prima’ l’8 novembre, alle 19.30, nella Sala Wilfrid-Pelletier, con repliche l’11, 13 e 15, stesso orario e stessa sala. Dirige il maestro Antonino Fogliani, regia affidata a Oriol Tomas. “Il Barbiere di Siviglia” è un’opera di Rossini su libretto di Cesare Sterbini tratto dalla commedia “Le Barbier de Séville ou la Précaution inutile” di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais.La Prima si tenne il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina di Roma, ma terminò fra i fischi del pubblico fedele a Paisiello. Le repliche però furono un grande successo che continua anche ai giorni nostri. Il conte d’Almaviava, uomo spagnolo ricco e potente, si innamora di Rosina, una giovane orfana sivigliana, di cui il tutore Bartolo è innamorato e deciso a sposare. Per evitare sorprese il tutore tiene Rosina segregata in casa proibendole ogni contatto con l’esterno. Il conte d’Almaviava, per vederla e parlarle, va in incognito a Siviglia sotto il nome di Lindoro. Figaro, barbiere di Siviglia, lo riconosce e deciso ad aiutarlo escogita con lui alcuni stratagemmi per far sì che il conte riesca a comunicare con l’amata attraverso dei biglietti. Bartolo, intanto, gelosissimo, decide di sposare Rosina e, per screditare l’avversario, lo calunnia. Interviene Figaro con i suoi maneggi perchè il tutore Bortolo non l’abbia vinta. La terza opera in programma – il 24, 27, 29 e 31 gennaio, alle 19.30, nella sala Wilfrid-Pelletier – “Samson et Dalila”, un’opera lirica in tre atti di Camille Saint-Saëns ispirata al noto episodio biblico di Sansone e Dalila. Spazio, quindi, a  “Silent Night” del compositore americano Kevin Puts, in scena il 16,19, 21, 23 maggio, alle 19.30, nella sala Wilfrid-Pelletier. Per i biglietti, contattare la biglietteria dell’Opera di Montréal  (514 985-2258/1877 385-2222).

Retrospettiva su Cecilia Mangini e incontro con Joseph Maviglia

Le iniziative dell’Istituto Italiano di Cultura di Montreal

L’Istituto Italiano di Cultura di Montréal invita il pubblico a due appuntamenti con la cultura.
Il primo è una retrospettiva dedicata a Cecilia Mangini, celebre documentarista italiana e stretta collaboratrice di Pier Paolo Pasolini. I suoi documentari hanno come protagonista le periferie cittadine e da oltre cinquant’anni analizza la vita e i drammi legati al boom economico italiano, toccando temi politici, sociali e ambientali. Con questa retrospettiva, i suoi lavori vengono per la prima volta sottotitolati in francese e proiettati fuori dall’Italia presso la Cinémathèque Québécoise. Cecilia Mangini terrà inoltre una lezione di cinema animata da Jackie Buet, Direttrice del Festival dei film sulle donne di Créteil. La retrospettiva si terrà mercoledì 7 e giovedì 8 maggio  presso la Cinémathèque Québécoise (335 Boulevard de Maisonneuve est). Per prenotazioni, chiamate al 514-849-3473. Prezzo del biglietto da 5 a 8 $. Per maggiori informazioni invitiamo a consultare il programma qui di seguito.
Il secondo evento in programma è un incontro con l’autore Joseph Maviglia, poeta e cantautore italo-canadese. Joseph Maviglia è originario di Toronto e i suoi lavori hanno riscosso un notevole successo in tutto il Nord America e in Europa, grazie al suo poema “Jazz Dharma” e alla sua composizione “Calabresella /Sooner or later”, colonna sonora del film “The Resurrection of Tony Gitone”. Durante la serata, Maviglia leggerà alcune sue opere, in italiano e in inglese, ed eseguirà alcune delle sue canzoni con accompagnamento musicale.  L’evento si terrà sabato 3 Maggio 2014 alle ore 17:00 presso l’Istituto Italiano di Cultura di Montréal, 1200 Dr. Penfield avenue. Per prenotazioni, si prega di chiamare il numero 514 849 3473 o di inviare un’e-mail all’indirizzo laura.mole@esteri.it. Incontro in lingua italiana e inglese. Ingresso gratuito. Seguirà un breve rinfresco. Questo evento fa parte del Blue Met Festival 2014. In collaborazione con The Canada Council for the Arts e The League of Canada Poets.


L’intervista al Ministro dei Trasporti Robert Poëti: “Orgoglioso delle mie origini italiane”



Il padre, nato a Fumone (prov. di Frosinone) e immigrato a Montréal a 14 anni, lo ha chiamato ‘Robert’ perché simile da pronunciare in francese, inglese e italiano. Dopo 28 anni alla ‘Sûreté du Québec’, Couillard lo ha scelto per riscattare l’immagine di uno dei Ministeri più controversi e influenti




Più che la poesia, ci vuole la prosa: più che il fioretto, dovrà usare la sciabola per rimettere in sesto un Ministero finito sotto la lente d’ingrandimento della “Commission Charbonneau”. Il suo capo, Philippe Couillard, lo ha scelto soprattutto per questo. Lui è Robert Poëti (nella foto), nato a Montréal nel 1955, sposato e padre di Maude, per 28 anni al servizio della Polizia provinciale (Sûreté du Québec). Dopo aver  trionfato con il 70 % dei voti nel collegio di Marguerite-Bourgeoys, da giovedì è il titolare di uno dei Ministeri più ‘pesanti’ e strategici del neo-governo liberale, quello dei Trasporti. È federalista, ama andare in bici, segue il “Festival del Jazz” e “Juste pour rire” e dal 2012 vive nel quartiere di LaSalle, uno dei più “italiani” della metropoli, dopo Saint-Léonard e Rivière-des-Prairies. Una scelta non casuale, visto le sue origini italiane: il padre, di Fumone, piccolo centro della provincia di Frosinone, è immigrato a Montréal a 14 anni. “Siamo 55 Poëti in tutto in Canada – ci ha detto nel corso di un’intervista -  e sono molto fiero delle mie origini. Papà era un ristoratore esigente, lavorava 24 ore al giorno. Lo faceva perché voleva offrirmi un’istruzione migliore della sua. Ho studiato in collegio e a 18 anni sono entrato alla Sûreté du Québec, rimanendoci fino al 2004”. Non sarebbe stato più adatto il Ministero della Sicurezza pubblica? “È stata una scelta di Couillard: appena diventato leader del partito, mi ha chiesto di redigere un Codice di Etica e di Deontologia. Poi, alla luce delle accuse piovute dalla Commission Charbonneau, ha voluto affidarmi il Ministero dei Trasporti per ripristinarne l’immagine d’integrità”. Una figura di garanzia. “Dobbiamo guardare avanti: il Partito Liberale ha messo in piedi l’UPAC, il modo migliore per combattere la collusione e la corruzione. La Commissione Charbonneau fornisce informazioni utili ma non accusa nessuno, non porta nessuno in tribunale. Ci impegneremo affinché la gente ritrovi la fiducia nelle istituzioni”. I suoi rapporti con la Comunità italiana. “A LaSalle, il 18% dei cittadini è di origine italiana e, quando li incontro, dico qualche parola in italiano. Ma è ancora poco: quest’anno voglio migliorarlo. La mia parrocchia è “Madre dei Cristiani” e, quando posso, partecipo agli eventi delle associazioni. Gli Italiani sono quelli che si sono integrati meglio nella società quebecchese: oggi le nuove generazioni parlano fluentemente 3 lingue. Mio padre mi ha chiamato Robert perché, diceva, simile da pronunciare in francese, inglese e italiano. Ha scelto il mio nome in funzione delle 3 lingue. Oggi gli italiani, che sono depositari di importanti valori familiari e religiosi, partecipano attivamente all’economia del Québec e contribuiscono da anni al suo progresso”. Le sue priorità. “Innanzitutto le infrastrutture di Montréal: daremo al Sindaco Coderre una maggiore autonomia. Grazie ad una forte affinità politica, la collaborazione tra governo federale, provinciale e municipale sarà più forte. Siamo un partito federalista: le discussioni con Ottawa saranno più facili; Ottawa stessa sarà più disponibile, senza contare i buoni rapporti con il sindaco di Montréal Coderre e il Primo Cittadino di LaSalle Barbe”. La sua posizione sul pedaggio per il nuovo Ponte Champlain. “Si tratta di un ponte già esistente, peraltro il più utilizzato in Canada, che sarà ristrutturato: Ottawa dovrà rivedere la sua decisione. Cercheremo un compromesso a salvaguardia dell’accessibilità di un ponte che costituisce il motore economico di tutto il Québec”. Le opposizioni fanno notare che la metà dei Ministri ha già lavorato con Charest. “Sono persone competenti, integre e oneste. Non accetto la colpevolezza per associazione: non sono affatto convinto che dei Ministri, solo perché hanno lavorato in un certo periodo, non sono stati dei buoni Ministri. Al contrario: con Charest il Québec ha aumentato il suo peso in Canada e nel mondo. Il PLQ ha la maggioranza in Parlamento: un voto per il PLQ o contro il PQ? “Il nostro è un mandato chiaro: la gente ha capito che l’economia è la chiave di volta per un Québec prospero”. Lei è l’unico Ministro italo-canadese. “Saluto tutti gli italiani di Montréal e del Québec: per me è un motivo di orgoglio ed un grande privilegio rappresentarli all’Assemblea Nazionale”.






Quebec, il Premier Couillard ai 26 Ministri: “È l’ora delle decisioni difficili”



Il nuovo esecutivo liberale già al lavoro per rilanciare l’economia





È nel segno dell’economia e della necessità di scelte sofferte, ma necessarie per farla ripartire che giovedì scorso il Primo Ministro Philippe Couillard ha annunciato la composizione del nuovo governo liberale maggioritario (che all’Assemblea Nazionale potrà contare su 70 deputati). Sono 26 i Ministri, 3 in più del precedente esecutivo: 15 sono nuovi rispetto all’epoca Charest, 8 sono donne (il 30%), 4 sono delegati (Ministri senza portafoglio) e ben 16 provengono dalla grande regione di Montréal. Non sono mancate le esclusioni eccellenti: Marguerite Blais, Julie Boulet, Gilles Ouimet e Robert Dutil non sono stati riconfermati. Il deputato di Huntingdon, Stéphane Billette, è stato nominato capogruppo del PLQ, mentre la deputata di Laporte, Nicole Ménard, presiederà il caucus liberale. I Ministeri che si dividono il 75% del budget provinciale, la Sanità e l’Istruzione, sono stati affidati a due medici, rispettivamente Gaétan Barrette e Yves Bolduc. Per la promozione della cultura e della lingua francese è stata scelta la ‘matricola’ Hélène David, ex vicerettrice dell’Università di Montréal, che dovrà sbrogliare la matassa della “Carta della laicità”. Sicurezza Pubblica a Lise Thériault, Trasporti a Poëti, Giustizia a Stéphanie Vallée e Immigrazione a Kathleen Weil. Le Finanze pubbliche, su cui grava la ‘spada di Damocle’ di un deficit pari a 3.1 miliardi $, sono state affidate a due economisti di alto rango, anche se alla loro prima esperienza politica: il Ministero delle Finanze a Carlos Leitao e la Presidenza del Consiglio del Tesoro a Martin Coiteux. A questi si aggiungono l’ex presidente di “Investissement Québec”, Jacques Daoust, al Ministero dell’Economia, e Jean-Denis Girard come Ministro delegato alle Piccole e Medie Imprese (PME). Tutto fa pensare che l’austerità sarà il marchio di fabbrica del governo Couillard. Lo ha detto chiaramente lo stesso Primo Ministro (che ha già avuto un incontro privato e informale con il suo omologo federale Stephan Harper). Nel suo primo discorso da Premier in carica, Couillard non ha usato giri di parole: “Non è più il tempo di misure marginali: saremo chiamati a decisioni difficili”. All’orizzonte, dunque, si prospettano misure strutturali per accrescere i ricavi e risanare le finanze dello Stato. “La barca è attraccata al molo, la traversata sarà dura”, ha aggiunto. Couillard ha poi sottolineato che “il Québec è afflitto dal debito pubblico più pesante, oltre che dalla spesa e pressione fiscale più elevate in Canada”. “Da troppo tempo spendiamo più di quanto possiamo permetterci”, ha concluso. Fermo restando l’obbligo del pareggio di bilancio per il 2015-2016, confermato dallo stesso Ministro Leitao, i quebecchesi saranno chiamati a non pochi sacrifici. (V.G.)

Il Primo Ministro  Philippe Couillard ha scelto anche 19 “aggiunti parlamentari” che avranno il compito di assistere i Ministri nei loro programmi. Tra questi:

Rita de Santis, deputata di Bourassa-Sauvé, è “aggiunta parlamentare” del Ministro responsabile dell’Amministrazione governativa e della Revisione permanente dei programmi, nonché Presidente del Consiglio del Tesoro.
Marc Tanguay, deputato della circoscrizione di Lafontaine, è “aggiunto parlamentare” del Ministro dei Trasporti.
Filomena Rotiroti, deputata di Jeanne-Mance-Viger, è “aggiunta parlamentare” del Ministro dell’Immigrazione, della Diversità e dell’Inclusione.
Alexandre Iracà, deputata di Papineau, è “aggiunta parlamentare” del Ministro dell’Educazione, del Tempo Libero e dello Sport e Ministro dell’Istruzione Superiore, della Ricerca e della Scienza.
Marie Montpetit, deputata di Crémazie, è “aggiunta parlamentare” del Ministro delegato alla Riadattamento, alla Protezione della Gioventù e alla Sanità pubblica.

I 26 Ministri scelti da Couillard:

Lise Thériault: Vicepremier e Ministro della Sicurezza Pubblica.
Jean-Marc Fournier: Ministro responsabile degli Affari intergovernativi e responsabile dell’Accesso all’informazione.
Hélène David: Ministro della cultura e delle Comunicazioni, responsabile della Lingua francese.
Carlos Leitao: Ministro delle Finanze
Stéphanie Vallée: Ministro della Giustizia, responsabile della Condizione femminile e della regione dell’Outaouais.
Martin Coiteux: Presidente del Consiglio del Tesoro, responsabile dell’Amministrazione governativa e della Revisione permanente dei programmi.
Jacques Daoust: Ministro dello Sviluppo economico, dell’Innovazione e dell’esportazione.
Christine St-Pierre: Ministro delle Relazioni internazionali e della Francofonia.
Pierre Moreau: Ministro degli Affari municipali e dell’Occupazione del territorio, responsabile della regione della Montérégie.
Yves Bolduc: Ministro dell’Educazione, del Tempo libero e dello Sport, Ministro dell’Istruzione superiore, della Ricerca e della Scienza, responsabile della regione della Côte-Nord.
Kathleen Weil: Ministro dell’Immigrazione, della Diversità e dell’Inclusione.
Gaétan Barrette: Ministro della Sanità e dei Servizi Sociali.
Francine Charbonneau: Ministro responsabile degli Anziani, della Famiglia, responsabile della Lotta contro l’intimidazione e della regione di Laval.
David Heurtel: Ministro dello Sviluppo sostenibile, dell’Ambiente e della Lotta ai cambiamenti climatici.
Pierre Paradis: Ministro dell’Agricoltura, della Pesca e dell’Alimentazione, responsabile della regione dell’Estrie.
Dominique Vien: Ministro del Turismo e responsabile della regione di Chaudière-Appalache
Robert Poëti: Ministro dei Trasporti e responsabile della regione di Montréal.
Sam Hamad: Ministro del Lavoro e responsabile della regione della Capitale-Nationale.
Pierre Arcand: Ministro dell’Energia e delle Risorse naturali, responsabile del Piano del Nord e della regione delle Lanaudière e Laurentides.
François Blais: Ministro del Lavoro e della Solidarietà sociale.
Laurent Lessard: Ministro delle Foreste, della Fauna e dei Parchi, responsabile della regione del Centre-du-Québec.
Geoffrey Kelley: Ministro degli Affari autoctoni.
Jean D’Amour: Ministro delegato ai Trasporti e all’Installazione della strategia marittima, responsabile della regione del Bas-Saint-Laurent, della Gaspésie e dell’Îles-de-la-Madeleine.
Lucie Charlebois: Ministro delegato alla Riadattamento, alla Protezione della Gioventù e alla Sanità pubblica.
Luc Blanchette: Ministro delegato alle Mine e responsabile della regione d’Abitibi-Témiscamingue e del Nord-du-Québec.
Jean-Denis Girard: Ministro delegato alle Piccole e Medie imprese, all’alleggerimento normativo e allo sviluppo economico regionale, responsabile della regione del Mauricie.
    

Tuesday, April 15, 2014

“Suicidio pechista”: vince la paura del referendum



ELEZIONI QUEBEC 2014

 di Vittorio Giordano (cittadinocanadese.com)

 
“Chi è causa del suo mal pianga se stesso”, recita un antico e famoso adagio. Un proverbio che suona come l’epitaffio perfetto per il Parti québécois (PQ), impeccabile e perfino geniale nel “suicidarsi politicamente” dopo soli 18 mesi di governo: passerà alla storia come il meno longevo e il primo guidato da una donna. Un’opera d’arte al rovescio, con il Parti Québécois “regista”, dall’inizio alla fine, di un tracollo annunciato; e i partiti all’opposizione spettatori interessati, e vincenti. Sollecitata dai sondaggi favorevoli, il 5 marzo scorso il Primo Ministro Pauline Marois ottiene lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale alla ricerca di quella maggioranza parlamentare in grado di garantirle l’approvazione della controversa Carta dei valori. L’intero governo viene sacrificato sull’altare della “neutralità e laicità dello stato” attraverso il bando dei simboli religiosi nell’amministrazione pubblica. Un provvedimento percepito come non prioritario, anzi, non necessario, se non addirittura superato, in una società multiculturale e accogliente come quella quebecchese. E così, nonostante l’economia stenti, il governo stanzia oltre 80 milioni per mettere in moto la macchina del voto. Una forzatura ingiustificata. Dopo soli 4 giorni, la Marois si gioca l’asso nella manica ed estrae dal cilindro la candidatura a sorpresa del magnate dell’editoria Pierre Karl Péladeau, il “Rupert Murdoch del Québec” (che poi risulterà eletto nel collegio di Saint-Jerome). Un ‘colpo ad effetto’ per conferire ancora più autorevolezza al suo futuro governo e spezzare sul nascere le velleità di vittoria, soprattutto quelle liberali. Succederà, invece, l’esatto contrario. Per il PQ sarà una disfatta: da 54 a 30 deputati, solo il 25.38% dei consensi, il peggiore risultato dopo quello del 1970 (23.06%), e la Marois non rieletta nel suo collegio, sconfitta da una perfetta sconosciuta: la liberale Caroline Simard. L’assist dell’indipendenza rappresenta una manna dal cielo per le opposizioni, che, cinicamente, impostano la campagna elettorale sullo spauracchio dell’indipendenza. Gli anti-referendum e anti-carta (anglofoni e minoranze etnico-religiose su tutti) si compattano e premiano il partito federalista e filo-Ottawa per eccellenza, quello liberale di Philippe Couillard, che diventa così il 31º Primo Ministro di un governo maggioritario. Gioisce anche il Primo Ministro federale, il conservatore Stephen Harper: “I quebecchesi hanno rigettato il referendum, vogliono un governo che si concentri sul lavoro e sull’economia”. I liberali tornano così al potere 18 mesi dopo essere stati “defenestrati” dagli studenti e nonostante le accuse di corruzione e finanziamento illecito, che ancora oggi pesano come macigni sulla credibilità di Jean Charest. I liberali sono stati bravi a voltare subito pagina e a farsi trovare pronti puntando sui “vraies affaires”; ma la vittoria, per quanto schiacciante, suona più come un voto di protesta contro il PQ, colpevole di aver tirato troppo la corda, fino a "minacciare" un terzo referendum sull’indipendenza (dopo quelli, falliti, del 1980 e 1995). La verità è che la proposta di separare il Québec dal Canada è ormai irricevibile perché anacronistica e, soprattutto, invisa alle nuove generazioni: gli elettori del PQ sono per lo più ‘baby boomers’ (nati cioè tra il 1947 e il 1966), sempre più isolati in un mondo ormai globalizzato e in un Québec che si è via via liberato del complesso di inferiorità linguistico ed economico, grazie anche alla legge 101 di matrice pechista. Il timore maggiore per il PQ, adesso, è quello di un progressivo ridimensionamento alla luce della crescita della Coalition Avenir Québec (CAQ), distanziato dal PQ solo del 2,33%. A differenza dei liberali, infatti, Legault è in grado di attirare sia gli elettori dell’autonomismo federalista (PLQ) che del laicismo sovranista (PQ), risultando quindi meno polarizzante e lacerante sui temi della difesa degli interessi quebecchesi. Quella di Legault, infatti, è un’ottica più autonomista che secessionista, facendo salvo l’assetto federale. Una posizione che potrebbe fare proseliti e risultare addirittura vincente nel prossimo futuro. Del resto, i quebecchesi sono stati chiari: non esiste un Québec senza il Canada. Couillard e Legault lo sapevano già. Ora lo ha capito anche il PQ, che forse, pero', ha fallito l’ultimo l’appuntamento con la storia per diventare (finalmente) un partito di governo.


Dopo il tracollo pechista, Couillard lavora al nuovo governo

Il PLQ stravince a Montréal e Laval, la CAQ nelle regioni

Montréal - Dopo 18 mesi, è giunto al capolinea il governo di minoranza pechista. Alle elezioni del 7 aprile, Pauline Marois ha ottenuto solo 30 seggi (24 in meno rispetto alle elezioni del 2012) e il 25,38% dei voti. Il Partito Liberale del Québec di Philippe Couillard, invece, ha conquistato 70 seggi (7 in più per la maggioranza) con il 41,52% dei voti, mentre la Coalition avenir Québec di François Legault ha preso il 23.05% delle preferenze e potrà contare su 22 seggi, 3 in più rispetto al 2012. Seggi, questi, “rubati” proprio al PQ, che ha subìto uno “scippo” anche da Québec Solidaire, che all’Assemblea avrà un deputato in più (Massé, oltre a Khadir e David). Nei prossimi giorni il leader liberale - 56 anni, neurochirurgo di professione - annuncerà un governo che, per i prossimi 4 anni, potrà contare su una solida maggioranza parlamentare. Nel suo primo intervento, Couillard ha sottolineato come l’azione del suo governo - che ha definito “responsabile, competente e trasparente” - sarà  rivolta “alla difesa degli interessi del Québec, a partire dall’economia e dal lavoro, e dell’unica maggioranza francofona del Nord America, garantendo fedeltà alla federazione canadese”. Su 6.012.440 di aventi diritto, hanno votato 4.232.262, cioè il 71.43% (contro il 74.60% del 4 settembre 2012). Montréal, in particolare, è più liberale che mai: con 21 eletti su 28, il PLQ conserva tutte le sue roccaforti e si permette il lusso di far fuori un Ministro pechista di peso come Diane De Courcy, battuta a Crémazie. La fortuna della CAQ, invece, sono le regioni (il cosiddetto elettorato ‘450’): dei 22 deputati conquistati dalla CAQ, infatti, 12 arrivano dalla corona nord e sud di Montréal a scapito di ‘pezzi da 90’ pechisti come Pierre Duchesne (Borduas), Martine Dejardinis (Groulx) e Gyslaine Desrosiers (Blainville).



Carlo Lucarelli a Montréal per il Metropolis Blue Met Festival



Sarà lo scrittore italiano di romanzi polizieschi  a rappresentare l’Italia alla 16ª edizione del prestigioso festival letterario 

di Vittorio Giordano (cittadinocanadese.com)

Montréal - Sarà lo scrittore italiano di romanzi polizieschi Carlo Lucarelli a rappresentare l’Italia alla 16ª edizione del Festival letterario Metropolis Bleu Met di Montréal. Fondata nel 1997, la Fondazione Metropolis Blue ha come scopo quello di riunire persone di diverse culture per condividere il piacere della lettura e della scrittura. Anche quest’anno il Festival offrirà per un’intera settimana, da lunedì 28 aprile a lunedì 5 maggio, oltre 230 eventi con numerosi autori da tutto il mondo, tra cui anche Carlo Lucarelli, direttamente dall’Italia. Quindici, in tutto, i Paesi rappresentati: oltre al Belpaese, ci saranno autori provenienti da Francia, Germania, Austria, Spagna, Angola, Uruguay, Argentina, Cile, Messico, Usa, Tunisia, Irlanda e Taiwan. Qualche nome: l’americano Richard Ford, il messicano-americano Luis Alberto Urrea, i francesi David Foenkinos e Luc Lang, l’argentino Iosi Havilio, il cileno Carlos Labbé e l’irlandese Kevin Barry. Grazie alla collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Montréal (1200 Dr. Penfield Avenue), l’autore italiano parteciperà ad incontri ed interviste, in cui racconterà la sua esperienza di scrittore di romanzi polizieschi. Nel corso del Festival, inoltre, si terrà la 15ª Conferenza biennale dell’Associazione degli Scrittori Italo-Canadesi (AICW): a partire da giovedì 1º e sino a sabato 3 maggio, tutti potranno partecipare (gratuitamente) agli incontri, alle conferenze e alle tavole rotonde  presso l’Istituto Italiano di Cultura. Per prenotazioni, si prega di chiamare al 514 849 3473 o di inviare un’e-mail all’indirizzo laura.mole@esteri.it. Nell’ambito del Metropolis, invece, martedì 29 aprile, alle ore 18.30, l’Istituto Italiano di Cultura ospiterà, la proiezione del documentario “L’isola in me - In viaggio con Vincenzo Consolo” di Ludovica Tortora (2008). E poi ancora, giovedì 1 maggio, alle 18.30, l’incontro con Carlo Lucarelli “Tra storia e storie. Opinioni di un giallista” nell’ambito di una conferenza animata da Elena Lamberti. Sarà invece Marianna Simeone a presentare, sabato 3 maggio, alle ore 14.30, presso la libreria Hotel 10 (10 Sherbrooke West – Jardin) l’intervista “The crimes of Carlo Lucarelli”. L’evento durerà un’ora e l’ingresso costa 10$. Per l’acquisto contattare il 514-285 -4545 o l‘1-866-924-5538 e digitare 1. A seguire, alle 15.30, l’incontro “Espresso break”, protagonista lo stesso Lucarelli. Sempre sabato, alle ore 17.00, nella sede del Goethe Institut di Montréal (1626 Boulevard Saint-Laurent), si terrà l’incontro “European Writers: a talk show une causerie à l’européenne”, presentato da Shelley Pomerance. L’evento durerà 90 minuti e l’ingresso costa 10$. Per l’acquisto contattare il 514-285 -4545 o l‘1-866-924-5538 e digitare 1.  Contemporaneamente, sempre aabato 3 Maggio alle 17:00, l’Istituto Italiano di Cultura ospiterà il concerto per voce e chitarra “Joseph Maviglia: poet, singer and songwriter”. Il programma completo del Festival è disponibile sul sito bluemetropolis.org.

“Champagne e Confetti” ti regala delle nozze da sogno



Basta scervellarsi: da oggi pensa a tutto cconfetti.com, il portale lanciato da 3 giovani che raggruppa, in un unico colpo d’occhio, gli operatori del mercato del matrimonio a Montréal&dintorni con uno sconto esclusivo

di Vittorio Giordano (cittadinocanadese.com)

Un’idea brillante, tanta buona volontà, una buone dose di fantasia e un pizzico di pazzia, oltre all’immancabile ‘savoir-faire’ italiano. Sono questi gli ingredienti che hanno creato i presupposti per un’iniziativa che già si annuncia vincente. I primi segnali sono più che promettenti. Loro sono 3 giovani, figli di immigrati, amici prima che partners: tre professionalità diverse e apparentemente inconciliabili, che hanno deciso di bruciare le tappe scommettendo su un progetto originale senza aspettare il canonico posto di lavoro offerto dal datore di lavoro di turno. Parliamo di Marly Emmanuelle Bernard, 27 anni, haitiana, specializzata in contabilità; Anthony Lopez, 29 anni, domenicano, esperto di web business; e l’italo-canadese Teresa Miletti, 29 anni, laureata in chimica e da 10 anni maestra di pattinaggio. A quest’ultima, proprio la passione per lo sport le ha trasmesso quella tenacia e quel senso della disciplina che rappresentanto le qualità decisive per avviare e gestire qualsiasi tipo di attività imprenditoriale. Insieme vogliono rivoluzionare l’approccio all’organizzazione del giorno più bello, ma anche più stressante, della nostra vita: il matrimonio. Ognuno di noi vorrebbe che il giorno in cui convoliamo a nozze fosse speciale, unico, irripetibile. E, quando partecipiamo agli sposalizi di amiche e parenti, siamo sempre attenti ad annotarci ciò che ci piace e ciò che invece ci fa storcere il naso; perchè, pensiamo, quando toccherà a noi faremo meglio! Esattamente quello che è successo a Marly, che lo ha sperimentato sulla sua pelle 3 anni fa, nel giorno del suo matrimonio. Quando era tutto finito, felice ma stravolta, ha capito che per semplificare la vita ai promessi sposi basta solo un minimo di organizzazione in più per coordinare tutte le attività che un matrimonio richiede  - prenotare la Chiesa, il ristorante, stilare la lista degli invitati, scegliere le bomboniere, la lista dei regali, ecc. -  senza farsi prendere dal panico e dall’ossessione delle scadenze. Un’idea che ha subito condiviso con i suoi due amici, insieme ai quali ha quindi ideato e realizzato il sito internet “Champagne e confetti” (www.cconfetti.com). Un’iniziativa imprenditoriale con tutti i rischi e i profitti del caso, certo, ma anche un atto di amore verso l’Amore con la A maiuscola, nella speranza di rendere indimenticabile il giorno in cui incrociamo il nostro destino con quello dell’anima gemella. Lanciato il 21 dicembre del 2013, cconfetti.com è un sito semplice e intuitivo, che raggruppa in un unico colpo d’occhio tutti i fornitori di servizi e attività, annessi e connessi al matrimonio, a Montréal e dintorni, con uno sconto esclusivo. Obiettivo del portale è offrire visibilità alle aziende che aderiscono all’iniziativa, ma anche costituire un punto di riferimento per chi può trovare, all’interno dello stesso portale, tutte le informazioni idonee all’organizzazione dell’evento. Una vera e propria guida a 360 gradi. Basta diventare membri, a fronte di una quota associativa di 300 $, e presentarsi con la ‘membership card’ da ciascuno delle 55 compagnie ‘segnalate’ (nelle categorie di catering, abbigliamento, fiorai, decorazioni, limousines, fotografi e cameramen, animazione, servizio valet, e molto altro ancora) per essere immediatamente ‘riconosciuti’ e accedere a sconti fino al 45%. Oggi, in Canada, l’indotto del mercato matrimoniale vale 4 miliardi di dollari all’anno. Nel Paese, ogni anno, convolano a nozze 156 mila coppie (26.200 in Québec e 71.000 $ in Ontario). Il costo medio del matrimonio è di 12.000 $ nella Belle Province e di 20.000 $ nel resto del Canada. I mesi preferiti sono dicembre ed agosto. In media gli ospiti invitati sono 140 e l’età media è di 30 anni per lei e 32 per lui. Solo 1 coppia su 5, però, si affida ad un wedding planner (pianificatore matrimoniale). È, quindi, al restante 80% che si rivolge l’originale offerta di Marly, Anthony e Teresa: un sito che semplifica la vita, abbatte lo stress e può aiutare i ‘promessi sposi’ a risparmiare fino al 20% del budget generalmente stanziato, affidandosi a 3 professionisti doc. Sposarsi non è mai stato così facile e conveniente. 

MLS - Impact: non basta McInerney



Ancora un pareggio per l’undici montrealese: dopo il vantaggio del neo-acquisto americano, il Fire di Chicago porta a casa un prezioso punto con Amarikwa
  
di Vittorio Giordano (cittadinocanadese.com)
  

Niente da fare: le partite passano, ma la vittoria continua a farsi desiderare. Nell’ultima gara della stagione (piuttosto noiosa) disputata sabato scorso allo Stadio Olimpico, davanti a 19.313 spettatori, l’Impact non va oltre un deludente 1-1 contro il Fire di Chicago. Frank Klopas, che l’anno scorso sedeva proprio sulla panchina americana, schiera una squadra a trazione anteriore: non solo due punte - McInerney, appena sbarcato da Phildelphia, che affianca Di Vaio – ma un centrocampo “pochi muscoli e tanta fantasia” formato da Mapp, Felipe, Romero e Warner, con Bernardello ai box per infortunio e il capitano Bernier fuori (ancora una volta) per scelta tecnica. Una curiosità: a inizio stagione, quando la società  prese la decisione di affidare la fascia di capitano al giocatore di Brossard, era consapevole della scarsa considerazione dell’allenatore? Francamente ci sembra improbabile che una riserva possa ricoprire al meglio un ruolo così delicato e strategico anche per gli equilibri nello spogliatoio. Il primo tempo scorre via abbastanza soporifero, senza particolari sussulti. A risvegliare un Olimpico assonnato è un lampo di Di Vaio: con un piatto destro al volo lancia McInerney che, in contropiede, dopo una corsa di 20 metri, infila alla sua sinistra il portiere avversario Sean Johnson, che tocca la palla ma non riesce ad evitare il gol. Nella seconda frazione, Bernier e Camara subentrano rispettivamente a Romero (gara sotto tono la sua) e Pierce, per velocizzare il gioco e provare a chiudere la partita. Succede l’esatto contrario: la squadra si prende la solita licenza di farsi del male da sola e, al 55’, subisce l’ennesimo gol su palla inattiva: in questo caso su calcio d’angolo. Dopo una traversa, la palla finisce sui piedi di Magee, che rimette in mezzo per Amarikwa, che insacca da pochi passi superando facilmente Perkins fuori posizione. Tutto questo mentre la difesa (con addirittura 6 uomini nell’area piccola) osserva impotente. L’Impact tira i remi in barca e, condizionato dalla paura, pensa più ad evitare di perdere che a provare di vincere. Poche emozioni fino al triplice fischio finale: McInerney viene dirottato sulla fascia sinistra scomparendo dal gioco (a parte il gol, insufficiente la sua prestazione), Di Vaio spreca sopra la traversa una bella palla di Felipe, e Perkins si fa valere solo in un paio di occasioni. “Mentre in altre partite abbiamo avuto più energie riuscendo a controllare il ritmo – ha ammesso Klopas - contro il Fire siamo stati un po’ imballati e quindi poco brillanti”. Bernier vede il bicchiere mezzo pieno: “Sono 3 partite che non perdiamo – ha detto -: preferisco cominciare piano e finire bene, al contrario di quanto successo l’anno scorso”. Prossima gara in programma sabato 19, a Kansas City, alle ore 20,30, contro lo Sporting.

Tuesday, April 8, 2014

Québec: è governo liberale maggioritario, Couillard Primo Ministro



All’Assemblea Nazionale il PLQ avrà dalla sua parte 70 deputati su 125. Cocente sconfitta per il Primo Ministro uscente Pauline Marois che, neppure rieletta nel collegio di Charlevoix-Côte-de-Beaupré, si dimette da leader del Parti québécois che diventa opposizione ufficiale dopo aver guidato il governo più breve (soli 18 mesi) della storia della Belle Province 

di Vittorio Giordano (@vittoriog82)

Sarà un governo liberale maggioritario. Dopo 33 giorni di campagna elettorale accesa e a tratti infuocata, lunedì 7 aprile il popolo quebecchese si è espresso senza tentennamenti: il 71,51% degli aventi diritto, su un totale di 6.012.440 elettori (contro il 74,6% del 2012) ha voluto fare una grande “pulizia di primavera” dicendo chiaro e tondo che vogliono essere governati dal Partito Liberale del Québec guidato da Philippe Couillard (eletto nel collegio di Roberval), che potrà contare sulla maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale.

MAROIS NON RIELETTA SI DIMETTE. Addirittura non rieletta il Primo Ministro uscente, Pauline Marois, sconfitta nel collegio di Charlevoix-Côte-de-Beaupré dalla sua rivale liberale Caroline Simard. La Marois non ha potuto che prendere atto della cocente sconfitta e rassegnare mestamente le dimissioni dal partito e dalla vita politica. Una batosta per il Parti québécois (PQ), relegato al ruolo di opposizione ufficiale.

UNA VITTORIA NETTA.  Appena dopo la chiusura dei seggi alle 20, l’esito del voto è apparso subito incontrovertibile: il Partito Liberale ha preso un vantaggio tale da non lasciare nessuna speranza di rimonta agli avversari. A mezzanotte, con 21.609 seggi scrutinati su 21.617, i risultati sono già definitivi: su un totale di 125 seggi e 814 candidati in lizza, il PLQ ne conquista 70 (7 in più dei 63 che valgono la maggioranza), contro i 30 del Partito québécois (PQ), i 22 della Coalition avenir Québec (CAQ) e i 3 di Québec solidaire (QS). Questi ultimi sono il leader Amir Khadir nella circoscrizione di Mercier, la portavoce Françoise David nella contea di Gouin e Manon Massé a Sainte-Marie-Saint-Jacques.

NEL 2012 LA VITTORIA DEL PQ COL 31.95%. Impietoso il confronto con la composizione dell’Assemblea nazionale uscente: 54 deputati per il PQ (32%), 49 per il PLQ (31%), 18 per la CAQ (27%) e 2 per QS (6%), più i due deputati indipendenti Daniel Ratthé (Blainville) e Fatima Houda-Pepin (La Pinière).

VOTO POPOLARE: PLQ AL 41.50%. In termini di voti popolari (che però contano poco ai fini della distribuzione dei seggi, visto che nel sistema elettorale maggioritario secco basta un voto in più per vincere), il PLQ conquista il 41.50% dei consensi (1.756.638 voti), il PQ il 25.38% (1.074.348), la CAQ il 23.05% (975.804) e QS il 7.64% (323.334). Con meno del 26%, il PQ incassa il peggiore risultato degli ultimi decenni. Nel 2007, con André Boisclair alla guida del partito, il PQ aveva raccolto il 28% dei suffragi e 36 seggi, un risultato interpretato da molti come la fine di ogni velleità indipendentista.

IL RISCATTO DI COUILLARD. Eletto leader nel marzo del 2013, Philippe Couillard è riuscito a riguadagnare la fiducia degli elettori, dopo la brutta sconfitta del settembre 2012 quando, con Jean Charest ‘logorato’ dai movimenti studenteschi contrari all’aumento delle tasse scolastiche, il Partito liberale era sceso al 31%, il peggior risultato degli ultimi 40 anni. Couillard, capace di aggiudicarsi una roccaforte pechista come Roberval, è il simbolo della riscossa liberale. Tra i liberali, molti i candidati-vedettes eletti, come Dominique Vien a Bellechasse, Hélène David a Outremont, Martin Coiteux a Nelligan, Nicole Ménard a Laporte e Christine St-Pierre a L’Acadie. L’ex presidente della Federazione dei medici specialisti del Québec, Gaétan Barrette, ha battuto l’ex liberale Fatima Houda-Pepin (59% contro 23%). Ce l’hanno fatta anche l’ex Presidente di Investissement Québec Jacques Daoust (Verdun) e l’economista Carlos Leitao J (Robert Baldwin).

LA  DEBACLE DI PAULINE MAROIS E DEL SUO PQ. Dal canto suo, il Primo Ministro uscente, Pauline Marois (la prima donna alla testa di un governo quebecchese), ha gettato alle ortiche un governo durato solo 18 mesi, il più breve di tutta la storia della Belle Province. Il 5 marzo scorso, convinta dai sondaggi favorevoli (rivelatesi, a posteriori, ingannevoli), ha deciso di sciogliere l’Assemblea nazionale nella convinzione di riuscire a conquistare la maggioranza in Parlamento e ad approvare finalmente la Carta dei valori (cavallo di battaglia della sua politica a difesa dell’identità quebecchese), ponendo fine all’ostruzionismo delle opposizioni. Fatale, secondo molti analisti, si è rivelata l’ipotesi di una consultazione popolare per l’indipendenza, caldeggiata a più riprese da Pierre Karl Péladeau. Tra i pechisti che sono riusciti a sopravvivere al ‘terremoto liberale’, ricordiamo: Nicole Léger a Pointe-aux-Trembles, Bernard Drainville a Marie-Victorin, Pascal Bérubé a Matane e François Gendron a Abitibi-Ouest. Ce l’ha fatta anche il magnate dell’editoria Pierre Karl Péladeau, eletto a Saint-Jérôme con il 37% delle preferenze contro la caquista Patrice Charbonneau, che si è fermata al 32%. Mentre hanno dovuto alzare bandiera bianca, tra gli altri, l’ex presidente della Federazione universitaria del Québec (FEUQ), Martine Desjardins, sconfitta dal cachista Claude Surprenant,  (31.19% contro il 30.06%) e il suo ex collega Léo Bureau-Blouin, sconfitto dal liberale Saul Polo (44,15% contro 31,06 %). Oltre, tra gli altri, al Ministro dell’Ambiente Yves-François Blanchet nel collegio di Johnson, il collega della Sanità, Réjean Hébert, a Saint-François, l’economista Simon Prévost a Montarville e l’ex giornalista Alexis Deschênes a Trois-Rivières.

LA RIMONTA DELLA CAQ. Dopo una partenza lenta, la CAQ ha ‘soffiato’ almeno 8 collegi al Parti Québécois, soprattutto in roccaforti tradizionalmente pechiste come Masson, Repentigny e Mirabel. Tra i candidati della CAQ, ce l’hanno fatta Christian Dubé a Lévis, Sylvie Roy in Arthabaska e François Bonnardel A Granby.
Rieletto nel collegio dell’Assomption François Legault, leader della CAQ. (V.G.)

Pauline Maris si dimette: “Sono fiera dei miei 18 mesi”

È con voce rotta dall’emozione che la leader del Parti québécois (PQ), Pauline Marois, ha annunciato le sue dimissioni dal partito e dalla vita politica, davanti a centinaia di militanti in lacrime. “Vi ringrazio per l’impegno che mi avete dimostrato – ha detto rivolgendosi alla sua squadra – e mi congratulo con tutti i leader degli altri partiti”. “I quebecchesi si sono pronunciati – ha aggiunto - e noi tutti dobbiamo accettare questo risultato”. “Sono orgogliosa dei miei 18 mesi al potere – ha aggiunto -: abbiamo fatto tante cose importanti per i quebecchesi”. L’ex leader pechista non ha nascosto l’amarezza e la preoccupazione per la lingua francese: “Il mio rimpianto è di non aver rafforzato abbastanza la presenza del francese. Sono molto preoccupata per la nostra lingua: dobbiamo continuare a difenderla ovunque e in ogni momento”, ha concluso. Pauline Marois ha fatto politica per oltre 30 anni, occupando posti di rilivevo come il Ministero delle Finanze, della Salute e dell’Educazione. (V.G.)

Philippe Couillard: “Basta divisioni, ora la riconciliazione”

Visibilmente soddisfatto, il nuovo Primo Ministro del Québec, Philippe Couillard, ha promesso ai suoi militanti in festa un governo “stabile” che possa andare incontro agli interessi di tutti i quebecchesi, “a partire dall’economia e dal lavoro”. “Siamo tutti quebecchesi – ha aggiunto -: dobbiamo concentrarci su quello che ci unisce, perché tutto quello che condividiamo ci rende più forti”. “Quella di stasera – ha sottolineato - è la vittoria di un popolo fiero, unito ed ambizioso”. “Mi impegno a dirigere per i prossimi 4 anni un governo responsabile, integro, competente e trasparente: sarò il Primo Ministro di tutti, nel segno del lavoro e della prosperità di tutti”. “La nostra lingua, la nostra bandiera ed i nostri valori appartengono a tutti i quebecchesi”, ha sottolineato con orgoglio. “Lavoreremo tutti insieme per la prosperità, che è la sola che può garantire la piena libertà delle nostre scelte”. “La difesa e la promozione dei nostri interessi, l’attaccamento alla federazione canadese e l’apertura verso il mondo – ha ribadito - saranno i capisaldi della nostra azione di governo”. Poi la frase più importante: “È finito il tempo della divisione: è arrivato il momento della riconciliazione”. “A partire da adesso – ha concluso - lavoreremo tutti insieme per il progresso: voglio unire tutti i quebecchesi di tutte le regioni, di tutti gli orizzonti e di tutte le generazioni, per aprire le porte dell’avvenire alla nostra gioventù, che è piena di speranze”. (V.G.)

RIELETTI TUTTI I CANDIDATI ITALIANI

Tra i candidati italiani, sono stati rieletti Rita Lc de Santis (PLQ) nel collegio di Bourassa-Sauvé (con il 60,33%, 17.306 voti); Filomena Rotiroti (PLQ) a Jeanne-Mance-Viger (78,58%, 26.223 voti); Richard Merlini (PLQ) in quella di LaPrairie (33,9%, 10.765 voti); Robert Poëti (PLQ), nel collegio di Marguerite Bourgeoys (70,35%, 25.604 voti) e Alexandre Iracà (PLQ) a Papineau (50,43%, 17.934 voti).

Canada, disoccupazione al 6,9%


Ottawa - Notizie confortanti per il mercato del lavoro canadese: l’occupazione è aumentata di 43mila unità a marzo, grazie soprattutto ai giovani. Il tasso di disoccupazione è sceso di 0,1 punti percentuali, attestandosi sul 6,9%. Lo rileva l’ufficio di statistica canadese che spiega anche, come, rispetto a 12 mesi fa, siano creati 190mila posti di lavoro in più.  Il dato è migliore delle attese: si ipotizzava un tasso stabile al 7%. Durante l’ultimo anno, l’occupazione e il numero di ore lavorate è cresciuto allo stesso ritmo, cioè dell’1,1%. A fare la differenza sono stati i nuovi impieghi tra i giovani: 33mila posti in più per i ragazzi tra i 15 ed i 24 anni.
In Québec sono stati creati 15mila posti di lavoro: 24mila in più a tempo pieno e 9mila a tempo parziale in meno. Il tasso di disoccupazione si attesta sul 7,6% (-0,2%). In un anno, l’occupazione è cresciuta di 0,8 punti percentuali. Anche l’Ontario ha registrato lo stesso calo del tasso di disoccupazione (-0,2%), attestandosi al 7,3%. Sostanzialmente stabile la situazione in Manitoba (5,7%), Saskatchewan (4,5%) e Alberta (4,9%). Nella British Columbia, invece, il tasso di disoccupazione è sceso di 0,6 punti percentuali, toccando quota 5,8%, grazie alla creazione di 18mila posti di lavoro. I settori che hanno conosciuto una crescita maggiore sono stati la sanità e l’assistenza sociale (24mila posti di lavoro in più) e i servizi alle imprese (+15mila), a fronte di un calo dell’occupazione nell’agricoltura (-12mila).


Due santi quebecchesi per la Chiesa cattolica



Papa Bergoglio ha canonizzato Francesco di Laval e Maria dell’Incarnazione 

di Vittorio Giordano (@vittoriog82)

Roma - La Chiesa ha tre nuovi Santi: Giuseppe di Anchieta, Francesco di Laval e Maria dell’Incarnazione: gli ultimi due “riposano” a Québec city, che ha da poco celebrato il 350º anniversario della Basilica di Notre-Dame. Il Papa li ha canonizzati giovedì scorso, dopo aver accolto la relazione del Cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi. Le vite dei nuovi Santi sono state tutte protese al servizio dei più deboli, delle minoranze indigene, delle missioni della Chiesa nel mondo. Uomini e donne pionieri e coraggiosi, capaci di seguire la luce della Croce anche nei momenti più bui. Maria dell’Incarnazione, ovvero Marie Guyart (1599-1672), è stata la fondatrice del Convento delle Orsoline del Québec, la prima scuola francese femminile in Nord America. Mons. Francesco di Laval (1623-1708), invece, è stato il primo Vescovo della provincia ed ha fondato il Seminario di Quebec. Si tratta di due missionari, entrambi sepolti nella Belle Province, che hanno contribuito all’evangelizzazione del continente nordamericano. Giuseppe di Anchieta, infine, è stato il primo missionario gesuita in Brasile. Tutti e tre erano stati beatificati da Giovanni Paolo II il 22 giugno del 1980. È l’ennesimo riconoscimento per il Québec da quando Bergoglio è salito al soglio pontificio: il 22 febbraio scorso, Mons. Cyprien Lacroix, Vescovo di Québec, è stato nominato Cardinale.
La prassi adottata in questi tre casi è stata quella della Canonizzazione cosiddetta “equipollente”, pratica utilizzata nei riguardi di figure di particolare rilevanza ecclesiale per le quali è attestato un culto liturgico antico esteso e con ininterrotta fama di santità e di prodigi. La stessa prassi è stata adottata da Papa Francesco per le canonizzazioni di Angela Foligno (9 ottobre 2013) e di Pietro Favre (17 dicembre 2013).

Canada: Mediaset Italia ora anche su Bell satellite



Il canale italiano è accessibile a tutti gli abbonati (4 milioni di famiglie in tutto il Canada) diventando “il canale in lingua straniera più diffuso in tutto il Paese”

di Vittorio Giordano (@vittoriog82) 

MONTRÉAL - Mediaset raddoppia: ora è disponibile anche su Bell Tv (il canale distribuito via satellite) e può raggiungere un totale di 4 milioni di famiglie da Vancouver ad Halifax. Diventando, così, “il canale (attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7) in lingua straniera più diffuso in tutto il Paese”, come ha annunciato Aldo Di Felice, presidente di TLN. La svolta è arrivata la scorsa settimana, per la felicità dei  tantissimi connazionali che potranno accedere ad un altro canale italiano, distribuito da Telelatino, società leader nella Tv Etnica. Dal 20 marzo scorso, infatti, solo i clienti di Bell Fibe (canale 698) - oltre a Rogers (784) e Source (505), altrove nel Paese - potevano usufruire (gratis fino al 14 luglio) dei programmi targati Mediaset. Oltre agli abbonati di Videotron, che ci auguriamo possa venire incontro alle aspettative dei numerosi abbonati di origine italiana, erano rimasti fuori anche i clienti Bell in possesso del satellite e non del cavo a fibra ottica. Da mercoledì 2 aprile anche quest’ultimo vincolo è caduto: tutti gli abbonati Bell del Paese possono accedere all’offerta del gigante della teledistribuzione privata italiana. Mediaset Italia (www.mediasetitalia.ca) rappresenta il meglio della programmazione di Canale 5, Italia 1 e Rete 4. Il nuovo canale aggiunge qualità all’offerta televisiva italiana in Canada, attraverso programmi di intrattenimento, telefilm, attualità e informazione, sport: gli stessi che vanno in onda ogni giorno nel Belpaese. Come ‘Striscia la notizia’,‘Matrix’, ‘Avanti un altro’, ‘Domenica Live’, ‘Forum’, ‘Io Canto’ e ‘Squadra Antimafia’. Senza dimenticare il TG5 e, per gli appassionati di calcio, la Champions e l’Europa League, oltre alla finale di Coppa Italia (Fiorentina e Napoli si sfideranno il 3 maggio) e – soprattutto - alle 64 partire dei Mondiali di calcio in Brasile, con la telecronaca in italiano. La ciliegina sulla torta: il meglio del calcio mondiale nella lingua di Dante a costo zero.